Ferrara non è un palco elettorale. Coalizione Civica sul tema concerti e città

tommaso lanzoni

Comunicato stampa
Ferrara non è un palco elettorale. Coalizione Civica sul tema concerti e città
Lanzoni (Coalizione Civica): “Concerti e cultura? Basta false contrapposizioni, serve una politica culturale degna di questo nome”.

Ferrara, 1 luglio 2025

«Basta con la finta contrapposizione tra chi vuole una città viva e chi sogna il silenzio: il vero problema è come si costruisce una politica culturale degna di questo nome». È con queste parole che Tommaso Lanzoni, co-portavoce di Coalizione Civica per Ferrara, presenta il documento con cui la formazione civica prende posizione sul tema della cultura e dei grandi eventi musicali in città.

«Da settimane – spiega Lanzoni – l’amministrazione Fabbri e i suoi comunicatori dipingono chiunque osi criticare l’attuale gestione culturale di volere una città priva di eventi e concerti. È una narrazione tossica, che cancella decenni di storia cittadina: Ferrara ha investito in cultura e musica molto prima del “miracolo” Springsteen, con nomi e festival che hanno fatto scuola. Nessuno vuole spegnere la musica: chiediamo solo che venga accesa con testa e con cura».

Il documento di Coalizione Civica mette in luce le molte criticità emerse negli ultimi anni nella gestione degli eventi culturali, a partire dall’assenza di una visione strategica, dalla mancanza di spazi di confronto con i cittadini, fino all’improvvisazione nella scelta delle location e nell’utilizzo delle risorse pubbliche.

«I concerti non sono il problema, sono una risorsa», continua Lanzoni. «Ma serve una programmazione seria e partecipata. Non si può scegliere il Parco Urbano o Piazza Ariostea per eventi da decine di migliaia di persone senza valutarne l’impatto, né lasciare che il centro venga monopolizzato per settimane senza ascoltare chi lo vive ogni giorno. Oggi non si può prescindere dall’immaginare eventi in spazi diversi da Piazza Ariostea o dal Parco Urbano. Prendere in considerazioni altri spazi è necessario, come lo è il dialogo fra le componenti culturali della città».

La critica si estende anche alla trasformazione del Ferrara Summer Festival in un contenitore generalista «più orientato al consenso che alla qualità culturale», e alla dipendenza da organizzatori privati che ricevono spazi e contributi pubblici con assoluto disinteresse per le conseguenze sulla città.

«Serve equilibrio tra le esigenze di chi organizza e quelle di chi abita e vive Ferrara», conclude Lanzoni. «Servono spazi adeguati, progetti che valorizzino l’identità culturale della città, e soprattutto spazi di confronto. Ferrara è una comunità, non un palco elettorale. E la cultura è un diritto, non un pretesto propagandistico».

Coalizione Civica lancia dunque l’appello a costruire una politica culturale fondata su ascolto dei cittadini, progettualità a lungo termine e giustizia sociale, convinta che solo così Ferrara potrà essere davvero una città viva, ricca e accogliente per tutte e tutti.

Ferrara non è un palco elettorale

Nelle ultime settimane abbiamo assistito, da parte dell’amministrazione comunale e dei suoi comunicatori, alla costruzione di una caricaturale contrapposizione tra chi vorrebbe una città viva, piena di concerti e chi, al contrario, protestando per i disagi, sognerebbe il ritorno a una città priva di iniziative. Il racconto di una Ferrara culturalmente morta, prima del salvifico arrivo della giunta Fabbri, sarebbe persino risibile, se non avesse convinto molte e molti cittadini ferraresi, che hanno salutato, due anni fa, il concerto di Bruce Springsteen come l’avvento di una nuova era. La storia di Ferrara è, in verità, quella di una città che negli ultimi trent’anni ha puntato sulla cultura e, anche, sull’organizzazione di grandi eventi musicali. Numerosi – ed è persino superfluo nominarli – sono stati i musicisti, le band che hanno fatto la storia della musica internazionale che hanno calcato i palcoscenici cittadini.

La manipolazione del dibattito su questi temi fa sì che ai cittadini e alle cittadine venga posta un’alternativa secca: o così oppure niente. Eppure la costruzione di una politica culturale richiederebbe partecipazione e condivisione, ascolto delle persone coinvolte, progettualità e competenze. Tutte cose che, negli ultimi anni, sono mancate.

I concerti sono una grande opportunità, non solo per ragioni turistiche (non tanto per l’afflusso dei turisti, ma perché aiutano la città a farsi conoscere), ma anche per ragioni culturali. La possibilità per i cittadini di godere della musica e – più in generale – della cultura è un diritto sociale, tanto quanto quello di curarsi, di istruirsi, di lavorare. Né va dimenticato che lo spettacolo è un importante settore economico e che le lavoratrici e i lavoratori – spesso precari – del settore musicale, meritano lo stesso rispetto di tutte e tutti gli altri.

La contestazione riguarda piuttosto il come si costruisce una programmazione, quali sono gli obiettivi che ci si prefigge e come li si propone alla città. La giunta Fabbri, avendo vinto le elezioni, ha avuto il diritto di proporre la propria politica culturale. Noi però abbiamo il diritto di sostenere che le scelte fin qui effettuate sono state ambigue e poco preveggenti in tutto il comparto culturale (è sufficiente menzionare ciò che sta accadendo a Palazzo dei Diamanti). Per quel che riguarda la musica si è scelto di sostenere un festival-contenitore, anziché privilegiare, come era stato fatto in passato, festival con un’identità più precisa e che rendevano Ferrara più identificabile. Non si tratta, vogliamo chiarirlo, di un giudizio sugli artisti né sui gusti del pubblico, ma di una valutazione su scelte che, pur compiute da privati, hanno un impatto pubblico, in termini di finanziamento e di spazi.

Proprio sugli spazi, d’altronde, sono emerse particolari criticità. La scelta del Parco Urbano per il concerto di Springsteen e, ora, di Vasco Rossi, ci appare sbagliata non solo per le preoccupazioni dei movimenti ambientalisti ma perché non è chiaro se Ferrara intende fare concorrenza a realtà più organizzate anche molto vicine a noi (Reggio Emilia, Bologna) nell’organizzazione di megaconcerti oppure se, come appare, questa scelta è dovuta ad esigenze elettoralistiche. Di nuovo, non si tratta di criticare gli artisti – ricordiamo bene la legittima felicità di molti fan del Boss nel poterlo ascoltare in città – ma delle scelte politiche che ci sembrano poco lungimiranti. Il fatto che si siano dovuti aspettare due anni per vedere un altro “grande” concerto in una location che era stata attrezzata – un poco a tradimento – a quello scopo, dovrebbe far sorgere dei dubbi a tutte le cittadine e a tutti i cittadini sulle reali possibilità di organizzare grandi eventi in un contesto già saturo – e in costante difficoltà – come quello dei concerti in Italia.

Altrettanto sbagliata ci appare la scelta di quest’anno di Piazza Ariostea come spazio per il Ferrara Summer Festival, che ha peggiorato, se possibile, il già assai discutibile posizionamento in Piazza Trento e Trieste, che veniva sequestrata per un intero mese. Piazza Ariostea non è un luogo adatto per i concerti, come ha ricordato recentemente l’ex assessore Alberto Ronchi, menzionando esperienze passate poi archiviate, per motivi legati all’acustica, alla presenza di residenti molto vicini alla piazza e della coesistenza con un importante asse viario cittadino. L’abbandono di Piazza Castello – evidentemente considerata troppo piccola dagli organizzatori – ci appare una scelta decisamente errata. Così come lo è la scelta di liquidare le critiche dei residenti per concerti e feste il cui impatto e la cui durata, assai più lunga di quella degli anni passati, sono significative, senza proporre soluzioni alternative. L’amministrazione pare tenere in conto solo gli interessi dei privati che organizzano, peraltro beneficiari di contributi pubblici spalmati fra amministrazione e partecipate.

Una città è, prima di tutto, una comunità. Siamo convinti che la maggior parte delle cittadine e dei cittadini ferraresi sarebbero felici di poter continuare a contribuire alla realizzazione di concerti e iniziative che rendono la nostra città ricca e vivace, se fossero coinvolti e ascoltati. L’equilibrio tra i diritti di tutti è difficile, ma non è impossibile. E sarebbe opportuno che si trovassero spazi e tavoli di ascolto e confronto quando si organizzano eventi culturali. Per evitare contrapposizioni che inquinano la vita della nostra comunità. Contrapposizioni che spingono alcuni a proporre, in maniera che noi non condividiamo, l’espulsione della musica e dei concerti dal centro della città. Oppure che giudicano musica e cultura a seconda dei propri gusti.

Al contrario noi pensiamo che i concerti debbano continuare a essere parte del tessuto culturale della città e del suo centro storico, ma vorremmo che si ragionasse di più su spazi, programmazione e progettualità e, soprattutto, che si aprissero spazi di confronto, perché Ferrara è di tutte e tutti noi e non solo di chi ha vinto le elezioni.

Coalizione Civica per Ferrara

5 sì al referendum

Coalizione Civica per Ferrara insieme alla Rete Neo-municipalista per la giustizia sociale e ambientale vota SÌ ai Referendum e sostiene il Diritto a Votare dove si vive per i fuorisede!

Il nostro Paese sta per affrontare una stagione referendaria molto importante. L’8 e il 9 giugno prossimi sarà possibile votare per 5 referendum: 1 sulla cittadinanza e 4 sul lavoro.

Come Rete Neo-municipalista per la giustizia sociale e ambientale, composta da liste e formazioni politiche di sinistra presenti in tutta Italia, abbiamo deciso di votare e sostenere il sì a tutti i referendum presentati perché rappresentano scelte importanti, in grado di impattare positivamente sulle vite di milioni di persone e di conseguenza su tutta la nostra Comunità nazionale.

Abbiamo deciso di votare sì:

Al referendum sulla Cittadinanza, che propone di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana;

Ai 4 referendum sul Lavoro: 1. Stop ai licenziamenti illegittimi; 2. Più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese; 3. Riduzione del lavoro precario; 4. Più sicurezza sul lavoro.

I quesiti referendari riguardano tutte e tutti noi.

Abbiamo deciso di sostenere le tante realtà sociali e persone impegnate nella campagna referendaria. I quesiti ci interrogano su che tipo di Paese vogliamo. Infatti parliamo di milioni di persone che studiano, lavorano e vivono tutti i giorni accanto a noi e per i quali il processo per diventare cittadini/e italiani/e non è per niente lineare o semplice e, oltre ad essere tra i più lunghi, è pieno di ritardi e inefficienze che lo rendono ancora immotivatamente più lungo, costoso e rischioso. Tale situazione espone milioni di persone a vedersi privati ingiustamente di tante possibilità, diritti e sicurezze. Così come milioni di lavoratrici e lavoratori che sperimentano un lavoro precario e insicuro che mette la loro esistenza e quella delle loro famiglie a rischio.

Parliamo di noi, ciascuna o ciascuno di noi ha vissuto la precarietà lavorativa, intrapreso il percorso per diventare cittadino/a o conosciuto amiche/amici o colleghi/e che sono immersi in questa procedura. Per noi la Comunità è una sola composta da tutte e da tutti coloro che la abitano e che ne vivono il presente e ne costruiscono il futuro portando ciascuna un contributo che la arricchisce. Ribadiamo con forza che non ci deve essere spazio per lo sfruttamento e per le disuguaglianze!

Inoltre sosteniamo la campagna del Comitato Voto dove Vivo per consentire stabilmente a chi lavora, studia o si cura in un luogo diverso da quello di residenza, di poter votare lì e non dover essere costretto a ritornare nel proprio Comune di residenza, rischiando di non poter esercitare questo diritto o di subire la speculazione sui prezzi dei biglietti dei mezzi di trasporto. Siamo orgogliosi che il Comitato abbia recentemente ottenuto una vittoria nella battaglia per rendere questo diritto stabile, ovvero di applicare la modalità sperimentale di voto già usata per le Europee anche ai referendum. Parliamo di circa 4,3 milioni di persone, facciamole votare!

Invitiamo tutte e tutti, studentesse, studenti, lavoratrici, lavoratori, residenti e fuorisede, ad unirsi a noi per portare avanti la campagna verso il voto!

Rete Neo-municipalista per la giustizia sociale e ambientale
Fronte Comune – Faenza (RA)
Jesi in Comune – Jesi (AN)
Fondamenta-AVS Cesena – Cesena (FC)
Coalizione Civica Sinistra Verdi Vicenza – Vicenza (VI)
Caserta Decide – Caserta (CE)
Coalizione Civica Bologna – Bologna (BO)
Coalizione Civica per Padova – Padova (PD)
Coalizione Civica per Cadoneghe – Cadoneghe (PD)
Il Veneto che Vogliamo – Regione Veneto
Collettiva Varese – Varese (VA)
Sinistra Ecologista Torino – Torino (TO)
Adesso Trieste – Trieste (TS)
Sinistra Civica Ecologista Roma – Roma (RM)
Sinistra con – Lucca (LU)
Anima Marradi – Marradi (FI)
Coalizione Civica Ferrara – Ferrara (FE)
Reggio Emilia in Comune – Reggio Emilia (RE)
Sinistra Unita per Medicina – Medicina (BO)

Clima: la sicurezza del territorio è una priorità

clima

Abbiamo ancora negli occhi le disastrose #alluvioni in Emilia-Romagna, quattro in poco più di un anno, che oggi ci dobbiamo unire nel cordoglio per le vittime in Spagna per quello che in modo evidente non è più definibile soltanto come maltempo, ma che va riconosciuto per quello che è: una vera e propria crisi climatica.

Questo fenomeno ed i suoi impatti si legano indissolubilmente alla fragilità strutturale e all’eccessiva #antropizzazione dei nostri territori, che amplificano questi eventi estremi portando alle catastrofi a cui purtroppo cominciamo ad abituarci.

C’è chi strumentalmente accusa l’approccio ecologista come causa delle inondazioni di questi anni, paventando il ritorno alle paludi: come ampiamente dimostrato dalla comunità scientifica internazionale queste sono dovute alle modificazioni climatiche che producono eventi mai conosciuti per entità e frequenza, e dall’impatto antropico sul territorio che ha radici lontane e trasversali.
Lo sviluppo ha ignorato le istanze ecologiste e lo stesso concetto di limite, occupando spazio e togliendo capacità ad una rete idraulica che non è più adeguata a reggere l’impatto delle precipitazioni nella nostra regione.

Le soluzioni esistono e prevedono di affrontare questa problematica con responsabilità agendo contemporaneamente su più piani d’intervento: dalla transizione energetica ed ecologica in ogni settore della società, alla rimozione del cemento, ad una più corretta gestione degli alvei fluviali e del sistema di regimentazione delle acque, ad una riduzione del consumo di suolo in generale, alla tutela della biodiversità, alla presenza e all’impatto degli allevamenti intensivi.

La legge urbanistica, che a Ferrara ha portato al mai abbastanza criticato progetto FERIS, per ora sventato, è da riformare. Dobbiamo ripensare completamente il nostro rapporto con il territorio, dobbiamo impegnarci a prenderci cura dei luoghi in cui viviamo, dagli appennini alle pianure. Per questo è importante votare, il 17 e 18 novembre, l’unica forza ecologista, progressista e libertaria: per renderla capace di portare con forza queste istanze nel governo regionale.

Elisa Bratti, candidata civica per AVS-CC-POS

Cultura. Spazi, Eventi, Azioni: domani a Grisù iniziativa per la Città che Vogliamo

Appuntamento alle 18 alla sala convitto in via Poledrelli 21 per una riflessione sulla Cultura in città dopo 5 anni di Giunta Fabbri.
Sabato 9 marzo alle ore 18 presso la Sala Convitto della Factory Grisù (accesso direttamente su Via Poledrelli 21) sarà ospitato un confronto sulla cultura a Ferrara dopo 5 anni di amministrazione della destra. 

Cultura. Spazi, Eventi, Azioni” è il titolo dell’iniziativa, che è promossa da La Città che Vogliamo e Coalizione Civica per Ferrara e che ha lo scopo di impostare una discussione laica e di prospettiva sui luoghi e sulle forme di produzione culturale a Ferrara. Una riflessione aperta, sia alle realtà associative invitate che ai partecipanti, con l’obbiettivo di analizzare il passato ma soprattutto individuare insieme politiche che valorizzino maggiormente le potenzialità di ogni contesto e garantiscano una piena ed ampia partecipazione alla vita cittadina. 

Ne discuteranno, moderati da Arianna Poli di Coalizione Civica per Ferrara: Francesco Ganzaroli, Centro Sociale la Resistenza, Marta Raviglia, Direttrice del Dipartimento Jazz del Conservatorio di Ferrara e Paola Zanardi, Presidente AMICI Biblioteca Ariostea. Dopo lo spazio per il dibattito sono previste le conclusioni di Federico Varese, docente di Sociologia, Università di Oxford/SciencePo.

Al termine si potrà continuare il confronto con un aperitivo offerto dagli organizzatori.

L’ufficio Stampa

Ferrara, 8 marzo 2024

Mai una via intitolata a Italo Balbo

italo balbo

Sgarbi vuole una mostra celebrativa ad uso politico: ci opporremo con forza.

Comunicato Stampa

In questi ultimi giorni abbiamo assistito ad un dibattito dai tratti davvero raccapriccianti. Temevamo purtroppo che la destra cittadina avrebbe presto esibito il suo lato peggiore e così è stato. La mostra dell’ISCO, in parte riferibile al lascito documentaristico della famiglia Balbo e già prevista, è divenuta purtroppo occasione di promozione di una autentica cultura negazionista e agiografica ad opera dell’amministrazione. Pare evidente infatti che il Presidente di Ferrara Arte intenda dare corpo a ben altro allestimento dall’uso squisitamente politico, con il preciso obiettivo di rivalutare una pagina aberrante del nostro passato. Non vi è nulla di cui stupirsi. Desideriamo ribadirlo, una cosa è affrontare con rigore scientifico e senza ricadere nella dicotomia celebrazione/oblio, lo studio della figura di un gerarca fascista che malauguratamente visse e operò nella nostra città, analizzando anche il ruolo decisivo che le trasvolate ebbero nella diffusione dell’odiosa propaganda fascista. Altro è pensare di strumentalizzare una esposizione al fine di riabilitare attraverso una operazione storiografica assolutoria, una figura ignobile, trasformando il padre dello squadrismo ferrarese in un aviatore eroico che si oppose alla deriva antisemita. Anzitutto il presupposto razzista, variamente declinato, fu solo uno degli innumerevoli aspetti che resero il fascismo un abominio, in subordine, ci teniamo a precisarlo, questa distanza politica nello specifico mai si verificò e sarebbe in ogni caso tristemente insufficiente. L’offesa spudorata che le parole di Sgarbi procurano alla nostra comunità, che fu e deve rimanere un contesto resistente e profondamente antifascista, è un gesto indegno. Pensare poi di contemplare Balbo nella toponomastica cittadina, intitolandogli un riconoscimento pubblico è semplicemente inammissibile. Qualsiasi tentativo di annoverare protagonisti del regime nel pantheon condiviso della nostra storia valoriale, vedrà la nostra ferma opposizione che certamente non si arresterà alla sola denucia espressiva.

Esternalizzazioni Scuole. Quando la politica sfocia nel surreale

scuola

Abbiamo assistito ad un balletto surreale, ridicolo e degradante, relativamente ai propositi dell’amministrazione sul futuro dei servizi educativi e scolastici locali. Prima, la bomba dell’esternalizzazione di due scuole materne, caduta dal cielo senza alcun preavviso, disattendendo qualsiasi buona prassi che sempre deve contraddistinguere il rapporto tra amministrazione e cittadinanza. Non solo una decisione imposta in assenza di un percorso partecipato, o quantomeno condiviso, ma addirittura evitando di informarne preventivamente i diretti interessati, i lavoratori del servizio e le famiglie che usufruiscono dello stesso e che contano su di esso. È stato compromesso il rapporto fiduciario curato dalle precedenti amministrazioni. Il successivo passo indietro del Sindaco non tranquillizza, e anzi lascia intravedere una imperdonabile leggerezza. 

La materia è vasta. I soggetti coinvolti molteplici. E le ricadute delle scelte amministrative in ambito sociale, culturale ed economico, risultano profonde e difficilmente reversibili. In un momento delicato come quello che stiamo vivendo, la condivisione deve essere la più ampia possibile, oscillazioni e approssimazione non possono che convincerci della mancanza di una prospettiva a medio e lungo termine, di un’idea precisa, di un progetto per la scuola d’infanzia nel nostro territorio. La mancanza di consapevolezza di quanto cruciali siano i servizi educativi 0-6 anni per lo sviluppo e il benessere della nostra città è sempre più evidente. La valenza di altissimo profilo acquisita dal percorso formativo seguito in questi decenni nel nostro territorio andrebbe preservata. E’ possibile che i membri della giunta e lo stesso Sindaco siano troppo distratti dai festival estivi per conoscere ed avere ben presente il percorso virtuoso e di eccellenza che il Comune di Ferrara fin qui ha seguito sul tema scuola ed educazione.

E’ dimostrato che una società che agisce precocemente con programmi di intervento sulla popolazione fin dai primi anni di vita, promuovendo educazione e istruzione, ne ricava considerevoli benefici, perché questo favorisce di per sé nel corso del tempo maggiore produttività e forza lavoro per l’intero paese. Le stime dimostrano che gli interventi educativi precoci hanno un alto rapporto costi-benefici: se un minore è motivato a socializzare, ad apprendere ed essere qualitativamente impegnato fin dai primi anni di vita, è più facile che da adulto possa riuscire a integrarsi nella vita sociale ed economica con migliori risultati. I  bambini che frequentano scuole e servizi educativi fin dai primissimi anni di vita hanno minore probabilità di insuccesso scolastico. Tutto questo per dire quanto gli effetti di un serio investimento in educazione sul piano sociale siano importanti e come ciò abbia contribuito anche nel nostro paese allo sviluppo delle stesse comunità. La nostra città ha dimostrato grande lungimiranza, promuovendo importanti politiche di investimento delle risorse pubbliche nella realizzazione di servizi per l’infanzia destinati a tutta la cittadinanza già nel dopoguerra, grazie ad uno straordinario supporto di tutte le reti femminili. Questo investimento si è consolidato nel corso degli anni sino a determinare un riferimento modello di riferimento per percorsi integrativi ed educativi. 

Le esternalizzazioni, peraltro prive di ragioni di bilancio, certo non consentiranno di proseguire lungo questo tracciato. Per tali ragioni ci opporremo con tenacia ad ogni eventuale provvedimento che proponga ulteriori esternalizzazioni dell’attuale sistema educativo scolastico comunale, coinvolgendo tutte le famiglie, perché si tratta di decidere della qualità della vita della nostra città, come la storia di decenni ci ha dimostrato.

Coalizione Civica Ferrara

Prosegue il percorso di La Città Che Vogliamo e Coalizione Civica

Il comunicato stampa congiunto de la Città che Vogliamo e Coalizione Civica per Ferrara

Lo scorso 16 settembre il gruppo civico La Città Che Vogliamo e la lista civica Coalizione Civica, hanno organizzato un’assemblea pubblica per proseguire il percorso condiviso iniziato un anno e mezzo fa.
Una cinquantina di persone hanno preso parte all’incontro tenutosi al Consorzio Grisù, durante il quale è stata fatta un’analisi del post elezioni, una valutazione dei primi mesi di operato della nuova amministrazione grazie al contributo della consigliera Roberta Fusari e sono state avanzate e votate proposte per il futuro.

Dai partecipanti all’assemblea è emersa la volontà di strutturare un’opposizione propositiva e costruire un’alternativa all’attuale governo locale.
Il primo passo in questa direzione è la ripresa dei gruppi di lavoro, in continuità con quanto fatto fino alle scorse elezioni.
La novità rispetto al passato è quella che, traversale a tutti i gruppi – che si riuniranno per approfondire tematiche diverse come lavoro, sviluppo, salute, paesaggio, inclusione, studio, eccetera – ci sarà la questione ambientale, indicato come prioritaria e ritenuta fondamentale per il presente ed il futuro.
La suddivisione in gruppi dei cittadini parte del percorso partecipato, ha l’obiettivo di approfondire in modo più capillare i temi di interesse per il nostro territorio e formulare proposte, per poi passare ad azioni concrete a beneficio della comunità.

Accanto a questo, l’assemblea ha votato un esecutivo provvisorio che traghetti La Città che Vogliamo e Coalizione Civica verso un assetto più strutturato nel corso dell’anno prossimo. Questa scelta è stata maturata per ragioni organizzative, politiche e di rappresentanza. Le persone che hanno accettato di impegnarsi per il futuro della città sono Adam Atik, Federico Battistini, Irene Bregola, Leonardo Fiorentini, Nicole Gallerani, Marco Gozzelino, Arianna Poli, Ingrid Prosser e Martina Turola.
Già in questi giorni, l’esecutivo civico è impegnato per riunire i gruppi ed organizzare un’iniziativa di festa e riflessione entro la fine dell’anno. Oltre che impostare una scuola di politica e ricostruire le relazioni con gli altri soggetti che hanno una idea di città aperta, inclusiva, felice, coraggiosa e gentile.

La traversata del deserto

Assemblea

“Ciò che rende bello il deserto è che da qualche parte vi è nascosto un pozzo.”
(Antoine de Saint-Exupery)

1. Il mondo non si ferma (nemmeno su una panchina)

Abbiamo perso le elezioni. Non è certo stata una sorpresa. Il mondo va avanti, a volte tocca dire purtroppo.

E’ stata l’estate degli incendi in Siberia e Brasile, sul cui fuoco ha soffiato l’indifferenza dei governi, quando non l’interesse implicito dei governanti. Incendi disastrosi che non sono che il segnale inesorabile di un tempo che passa senza che l’umanità prenda reale coscienza delle conseguenze disastrose del cambiamento climatico. Un cambiamento che tocchiamo con mano anche nella nostra città, dove gli eventi atmosferici estremi cominciano a fare purtroppo danni. A ben guardare il nostro futuro destano quasi simpatia gli allarmi verso l’invasione che non c’è. Nel mese di agosto 2019, sono sbarcati in Europa circa 6.560 migranti, di cui 3.258 in Grecia, 1.643 in Spagna, 1.006 in Italia, circa 705 a Malta. Eppure l’agenda politica in Italia pare (pareva) essere inesorabilmente travolta dal ciclone identitario e sovranista che ha inquinato i pozzi. Invece continuiamo a non avere notizie di Giulia Romano, e nel mentre nessuna novità è arrivata per avere Verità e Giustizia per Giulio Regeni.

Purtroppo la democrazia non è così scontata. In Italia come nel mondo. Ne sanno qualcosa nelle Filippine di Duterte, o ad Hong Kong da 15 settimane i cittadini lottano per non perdere le proprie libertà dietro le ombre della giustizia cinese. Addirittura la più antica democrazia del mondo, di fronte alla Brexit, ha fatto apparire la nostra improvvisamente una Democrazia matura. Ma questo grazie agli anticorpi istituzionali che ci hanno regalato i nostri padri costituenti. La democrazia e la politica quindi non può e non deve fare i conti con l’oggi, con l’ultima elezione o peggio l’ultimo sondaggio. Perchè solo grazie alle conquiste di ieri, che ci permettono oggi di cantare bella ciao, potremo garantire un futuro democratico, ai nostri figli.

2. La rivoluzione del Mojito

E’ evidente che nessuno, sino a metà agosto, si sarebbe aspettato quello che è successo al Governo del nostro paese. Quello che lascia più spiazzati è la velocità dei cicli politici attuali. Una velocità che oltre alla confusione, diceva qualcuno un tempo, porta opportunità. A qualcosa deve quindi servire non avere più un Ministro della Paura al Governo: possiamo fermarci un secondo, tirare il fiato, respirare profondamente e ripartire con ancora più convinzione rispetto a prima quando vedevamo l’ombra nera calarci dall’alto. Oggi quell’ombra si è dissolta forse per poco, sicuramente non del tutto, ma proprio per questo dobbiamo essere pronti a coglierne le opportunità. Oggi chi governa questa città non ha più una sponda automatica del Governo, pronto alle peggio marchette pur di sostenere un’amministrazione che ha ben poco su cui basare la propria azione amministrativa. 

3. Riprendere in mano l’agenda politica

Nel nulla politico e amministrativo continueranno gli insulti, le panchine rimosse, i video, ora rigorosamente in HD e editati a spese dell’amministrazione, i meme e le foto epiche della “giunta che fa cose”. Ecco, fermiamoci qui.

Noi non dobbiamo rimanere succubi dell’agenda degli altri. Dobbiamo riprendere in mano l’agenda politica di questa città, che non significa solo porci il problema di come la vogliamo per i nostri figli, significa andare a conoscere le persone, comprenderne i problemi dell’oggi e fare proposte per risolverli. Significa infilarsi nelle contraddizioni e sfidare l’ipocrisia di chi amministra a suon di ordinanze contingibili e urgenti, come hanno saputo fare coloro che hanno risolto con l’umanità la vicenda di Elizabeth in Piazzetta Verdi. Grazie alla Camera del Lavoro e a tutti coloro che hanno lavorato perchè un problema divenisse una soluzione del problema sociale e non di un fantomatico problema di ordine pubblico, ma grazie anche a coloro che hanno rivendicato l’universalità di Bella Ciao come simbolo della nostra democrazia, come chi si è per primo opposto alla rimozione delle panchine o chi fotografa ogni giorno lo scempio di una Ztl sempre più offesa dal traffico privato.

4. Ricostruire la comunità

E’ necessario ricostruire una visione a lungo termine che sia patrimonio comune e al tempo stesso ricostruire la comunità che ad essa fa riferimento. Significa riallacciare i legami, comprendere le diversità del territorio, valorizzare i pensieri e 

Per questo vogliamo ripartire da dove ci siamo lasciati. Riprendendo alcune delle proposte programmatiche e di elaborazione, tramutandole in azione politica.

Dobbiamo continuare ad elaborare, discutere e proporre. 

Per questo oltre all’esecutivo provvisorio la proposta che facciamo è quella di ripartire dai gruppi di lavoro, che siano quelli che si sono costituiti prima delle elezioni o quegli stessi rivisitati secondo le emergenze che riteniamo vadano affrontate per prime, ad esempio quella ecologica e climatica.

Per questo inizieremo a lavorare per una Scuola di Politica, che sappia dare orizzonte culturale e scientifico alla nostra politica. Questo inverno lo vogliamo dedicare a vedere cosa succede intorno a noi

Dicevamo che dobbiamo ricostruire i legami: i legami con i territori ed i cittadini che li vivono ma anche i rapporti con le varie espressioni progressiste della città. Andare oltre gli steccati è stato il nostro obiettivo sin dalla nascita del progetto, ancor prima che divenisse la Città che Vogliamo.

Crediamo che la creazione, dal basso, dei Forum Sociali di Quartiere sia un tema da porre all’attenzione di tutti i soggetti e le comunità con le quali vogliamo ripartire insieme. Una primavera della partecipazione che permetta a tutti di portare in un luogo comune i problemi, per trovare insieme le soluzioni. Ripartendo dalle basi, con umiltà, con l’intento di condividere finalmente un’idea de la Città che Vogliamo per noi e i nostri figli. Mantenendo le specificità, ma unendo le forze e le idee.

5. La sfida delle Regionali

Si profilano mesi impegnativi e un appuntamento elettorale prossimo (con ogni probabilità il voto avverrà tra fine gennaio e febbraio) certo non meno rilevante delle recenti amministrative. Evidentemente le sorti della Regione interessano noi tutti e non intendiamo sottovalutare il rischio concreto che anche a livello emiliano-romagnolo si affermi la destra peggiore degli ultimi decenni. Per questa ragione vogliamo dedicare i prossimi mesi ad una riflessione approfondita e aperta a tutti i cittadini su programmi e ipotesi di coalizione. Non vi nascondiamo che il fermento è elevato e diffusa è la volontà di costruire un fronte democratico, civico, aperto anche ai cinque stelle, che sfoci in una proposta elettorale convincente e capace di opporsi all’avanzata dei partiti populisti dell’odio. Vi assicuriamo che come sempre la nostra discussione avverrà pubblicamente, ogni eventuale decisione sarà condivisa e insisterà principalmente sui contenuti. Ad oggi ciò che sappiamo è che il candidato dell’arco del centrosinistra sarà il governatore uscente, il quale ha già raccolto il sostegno di Articolo Uno, Sinistra Italiana e diverse reti civiche territoriali analoghe alla nostra. Per tale ragione abbiamo già ricevuto alcune sollecitazioni. Ricordiamo che la legge elettorale non prevede ballottaggi e apparentamenti successivi, dunque gli schieramenti dell’unico turno decidono le sorti del vincitore maggioritario. Non ci sfugge dunque di essere tutti detentori di una responsabilità decisiva. L’eventuale creazione su scala regionale di una lista civica ampia dovrà compiersi a nostro avviso evitando gli errori politicisti del passato che hanno disgustato la maggior parte dell’elettorato di sinistra, progressista e democratico. 

6. Ripartiamo da noi

E’ per ripartire da noi che oggi facciamo una proposta di esecutivo provvisorio, che traghetti la Città che Vogliamo e Coalizione Civica verso un assetto più strutturato nel corso dell’anno prossimo. Ne abbiamo bisogno per esigenze organizzative, politiche e di rappresentanza. In queste settimane abbiamo avviato una serie di consultazioni, che ci hanno permesso di fare oggi una proposta aperta di persone che hanno accettato di prendersi l’impegno di lavorare per il futuro di questa città.

Per questo proponiamo di nominare un esecutivo provvisorio composto da Adam Atik, Federico Battistini, Irene Bregola, Leonardo Fiorentini, Nicole Gallerani, Marco Gozzelino, Arianna Poli, Ingrid Prosser e Martina Turola.

A loro chiediamo di ricominciare da subito a lavorare per ricostituire i gruppi di lavoro, organizzare una iniziativa di festa e riflessione entro metà di ottobre, predisporre l’avvio di una scuola di politica e ricostruire le relazioni con gli altri soggetti che, come noi, hanno una idea di città aperta, inclusiva, felice, coraggiosa e gentile.

Relazione approvata dall’Assemblea congiunta di Coalizione Civica per Ferrara e la Città che Vogliamo.

Ferrara, 16 settembre 2019

Assemblea plenaria

Assemblea

È ora di rivedersi! Dopo una breve pausa estiva sì riparte con un nuova assemblea congiunta di Coalizione Civica per Ferrara e La Città che Vogliamo.

Vi aspettiamo Lunedì 16 settembre alle ore 21 presso la Sala Macchine del Consorzio Factory Grisù per parlare della fase politica attuale, organizzare le prossime iniziative politiche, affidarci alcuni compiti e dotarci di un esecutivo.